Le vere da pozzo. La tradizione veneziana e l’arte dei taiapiera

Se avete visitato Venezia non vi saranno di certo sfuggite. Le vere da pozzo, nelle piazze e nei cortili dei palazzi, risaltano come vere e proprie opere d’arte, scolpite nella pietra dalla maestria dei taiapiere.

Le vere da pozzo sono la parte visibile di un ingegnoso sistema di rete idrica che permetteva a Venezia di approvvigionarsi di acqua dolce. Sembrerà una contraddizione ma, come annotava il cronista veneziano Marin Sanudo, la città dei dogi “era in acqua ma senza acqua”. Fondata sulle acque (salate) era in realtà priva di acqua dolce, che doveva reperire o nella zona del lido o trattando e conservando l’acqua piovana.

Per rifornire a sufficienza i propri cittadini di acqua potabile, si realizzo un fitto sistema di raccolta dell’acqua piovana che, filtrata nella sabbia e convogliata in ampi pozzi, veniva poi attinta dai veneziani proprio attraverso le vere da pozzo. Dall’introduzione di questo sistema fino alla sua massima espansione furono realizzate circa 6000 vere da pozzo. Ad occuparsi della loro costruzione furono chiamati i “Pozzeri”, una vera e propria “casta” di tagliapietra, specializzati nello scolpire vere da pozzo, che si tramandava le proprie conoscienze di padre in figlio.

Elemento di pubblica utilità ma anche di arredo urbano, le vere sono ancora oggi oggetti di grande valore artistico. Solo per citarne alcune, possiamo ricordare quelle in bronzo di Palazzo Ducale e l’opera realizzata dallo scultore Bartolomeo Bon a Ca’ D’oro.

Ancora oggi le vere da pozzo, realizzate in pietra, sono un “banco di prova” per ogni artigiano della pietra. Per questo siamo particolarmente orgogliosi della nostra collezione di vere da pozzo in pietra che decorano anche oggi giardini e cortili, mescolando pietra e metallo in un gioco di tradizione che dalla Serenissima in poi non ha mai smesso di emozionare.