La pietra in architettura. Un legame millenario, come la pietra di Vicenza

La pietra in architettura è un vivido esempio di come un legame possa essere indissolubile. Sin dalla sua comparsa sulla terra l’uomo si è trovato di fronte a questo materiale. Intuendone da subito le potenzialità e scoprendolo, in un percorso di apprendimento lungo migliaia di anni; prima utensile e poi oggetto idoneo alla realizzazione di semplici manufatti (muri, argini, tumuli).

Da quel momento, nel neolitico, l’uomo non ha più smesso di indagare le applicazioni della pietra. L’architettura è divenuta l’immaginario ponte che ha unito la creatività e la tensione spirituale dell’essere umano alla resistente e duratura composizione della pietra.

Se legno ed argilla rappresentavano materiali di breve durata, effimeri nella loro sostanza, la pietra si impone per la sua resistenza, le mille tonalità di colore e la lucentezza delle forme. Da essa, scultori sempre più raffinati, hanno saputo “tirar fuori” opere d’arte senza pari, trasferendo sulla pietra movimento e sentimenti, rendendola viva.

Ancora oggi, a distanza di millenni, l’architettura non può fare a meno della pietra. Gli elementi architettonici, dai più comuni come le cornici di porte e finestre, ai più ricercati quali colonne e balaustre prendono vita dalla pietra, ne assumono tonalità e lucentezza, ne portano alla superficie le trame e le nervature.

La pietra di Vicenza è, da questo punto di vista, uno dei materiali più ricercati ed utilizzati nei progetti. Solo l’attenzione e l’esperienza di un artigianato di qualità può interpretare le nuove esigenze rispettando le regole della tradizione.

Per questo, quando si parla di pietra in architettura, si dovrebbe sempre aggiungere un terzo elemento: l’artigianato. Non può esserci vera architettura se la pietra non è trasformata da chi di quel materiale conosce ogni aspetto.